Il Parlamento europeo ha approvato ieri la direttiva sulla proprietà intellettuale che si propone di combattere la pirateria difendendo, in generale, diritto d’autore e brevetti. Software, cinema, musica e qualsiasi altro prodotto coperto da copyright verrà difeso ‘su scala commerciale’ nei singoli Paesi chiamati ad adeguarsi, entro due anni, alle nuove regole.
Chi scarica musica via web ‘ad uso personale’, è specificato nel testo, non sarà perseguibile, in quanto ‘atto commesso in buona fede’ dal consumatore. Il campo d’azione è stato ristretto con emendamenti e revisioni all’uso commerciale, ma la normativa obbliga gli internet provider a fornire i dati relativi ai propri utenti su richiesta dei detentori dei diritti, in caso di denunce per commercio illegale. Niente più carcere per i contraffattori, che potranno invece essere puniti con sanzioni amministrative.
La normativa, accolta con soddisfazione da major e aziende che si trovano a combattere il mercato nero, proccupa le associazioni schierate a favore delle libertà civili e digitali, coalizzate nel gruppo internazionale Code (Campaign for an Open Digital Environment). Violazione del diritto di privacy, cause legali e perquisizioni, ricatti e ingiunzioni, sono le conseguenze paventate dal fronte che si oppone al nuovo corso del diritto d’autore.
E’ Robin Gross, rappresentante di Ip Justice, a spiegare i rischi: “I dati personali dei cittadini europei dovranno essere forzatamente rivelati ad aziende come Vivendi Universal che potranno colpire ed estorcere denaro anche ai consumatori europei”. Una critica mirata, considerando che il provvedimento proposto è stato presentato da Janelly Fourtou, moglie del presidente della multinazionale Vivendi, Jean-René Fourtou. (da Kataweb HiTech)