fonte: Punto Informatico
La nuova beta 4.1.0. del celeberrimo client rinuncia ai tracker tradizionali, rendendo ogni client utilizzato un tracker “leggero”. “Un protocollo intelligente consente ai client di archiviare efficientemente e recuperare informazioni sui contatti dei peer in un torrent”. Il riferimento è al “D.H.T”, Distributed Hash Table, sviluppato tra gli altri da Andrew Loewenstern del quale è disponibile in inglese una intervista (in mp3) tramite epirate.net.
Questa novità, che permetterà di bypassare i grandi “repository” di link torrent, quei siti web spesso e volentieri presi di mira dalle major del cinema e della musica, da una parte spinge BitTorrent verso una maggiore fruibilità e dall’altra porta nuove preoccupazioni proprio presso le aziende che da anni cercano di frenare la condivisione di contenuti e opere protetti su Internet.
In pratica, con la nuova beta quando si genera un torrent “si può decidere di utilizzare il sistema trackerless o un tradizionale tracker dedicato”. La diffusione del tracker, spesso su siti web, ha fino ad oggi rappresentato una delle modalità più popolari per la condivisione del download di qualsiasi genere di file.
Perché scegliere l’uno o l’altro? Lo spiegano gli stessi sviluppatori: “Un tracker dedicato ti consente di raccogliere statistiche sui download e dà modo di controllare l’affidabilità dei download, mentre il trackerless non dà garanzie di affidabilità ma non richiede alcuna risorsa da parte di chi pubblica il torrent”.
Unico limite importante della nuova beta è il fatto che quando si scarica un torrent basato sui tracker tradizionali, il sistema trackerless non viene proprio consultato, segnando quindi una sorta di spartiacque tra il download condiviso dei torrent già in circolazione e quelli che da oggi possono venire prodotti con il nuovo client.
Va detto poi che BitTorrent, pur ampiamente utilizzato anche da chi lo sfrutta per condividere materiali illegalmente, non è certo una piattaforma che si presta all’anonimato, tanto che neppure la nuova beta sfugge a questa regola.
Update: interessante pezzo di cablogrammi.it che sembra cozzare un po con la creazione del programma trackerless